Fino a qualche anno fa, quando pensavamo allo psicologo, la prima cosa che ci veniva in mente era “no, io non ne ho bisogno, non sono mica matto!”.
Oggi però sappiamo che tutti, sia gli adulti che i bambini, possono sperimentare fragilità, ad esempio di fronte ad alcuni importanti cambiamenti (una separazione, un lutto, un cambiamento di scuola, una bocciatura), o nel compiere delle scelte per sé o per i propri figli, o nell’affrontare eventi particolarmente stressanti, dolorosi o difficili da gestire (problemi lavorativi, una nascita prematura, la scoperta o il sopraggiungere della disabilità di un familiare).
È in questi momenti che si può avvertire un disagio psicologico o relazionale che nel tempo può compromettere la qualità della vita. Il disagio si può manifestare in diversi modi, ad esempio con eccessiva e prolungata tristezza, stanchezza, paura, rabbia, colpa, vergogna, pensieri ricorrenti, sensazione di impotenza, ecc.
In questi momenti sembra di non avere vie d’uscita, sembra che le proprie risorse e capacità non siano abbastanza per affrontare questa sofferenza.
Quando diventa difficile gestire da soli questo malessere, ci si può rivolgere allo Psicologo, per una consulenza o per un sostegno psicologico. Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma rappresenta la chiara motivazione a voler raggiungere i propri obiettivi.
Il ruolo dello psicologo è quello di ascoltare attentamente la persona, approfondire alcuni aspetti delle situazioni che vengono esposte, di aiutarla a far luce sui dettagli che possono risultare importanti e di definire meglio il quadro della situazione.
In questo modo, la persona può avere una visione più chiara del propria problema ed è in grado di prendere le proprie decisioni con maggiore consapevolezza.
La consulenza psicologica per adulti, è uno spazio di ascolto in cui il terapeuta sostiene la persona nel comprendere la problematica che crea disagio, stimolando nella persona la ricerca di strategie per migliorare la qualità della vita.
Le persone possono decidere di intraprendere un percorso di consulenza per motivi personali, ad esempio perché stanno affrontando una fase della vita difficile, o perché vorrebbero faticano a gestire lo stress, o perché sentono che “qualcosa non va” ma non riescono bene a capire “cosa”.
Ma possono decidere di intraprendere un percorso di consulenza anche motivi familiari, ad esempio perché stanno vivendo un momento difficile della vira di coppia, o perché si sentono messi in discussione come genitori, o perché non sanno come aiutare un figlio che sta vivendo un disagio o una difficoltà
Durante la consulenza vengono esaminati alcuni aspetti della situazione problematica: l’origine e la sua evoluzione, le risorse che è possibile attivare, le possibili strategie, la necessità di coinvolgere altri specialisti, ecc.
Insieme al terapeuta si condividono degli obiettivi principali da raggiungere e si esplicitano, quanto più possibile, i tempi entro cui raggiungerli.
L’infanzia e l’adolescenza sono periodi molto delicati nella vita di una persona, vengono spesso ricordati come estremamente felici e spensierati, o al contrario come periodi difficili. Sono, cioè, spesso caratterizzati da emozioni vissute molto intensamente, sia in senso positivo che negativo.
La possibilità di intervenire precocemente con il bambino o l’adolescente, in un periodo in cui una difficoltà sta emergendo, risulta essere molto utile ai fini della risoluzione della situazione problematica. La consulenza e il sostegno psicologico possono essere dunque rivolti anche a loro (con il consenso di entrambi i genitori). In particolare, ci sono dei disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell’infanzia o nell’adolescenza che, oltre a implicare difficoltà specifiche, generano malesseri su altri piani, come quello relazionale, affettivo, di autostima, di regolazione emotiva, ecc.
Sono tutte situazioni in cui, difficoltà personali o familiari rischiano di compromettere il benessere psicologico del bambino/ragazzo.
in quanto queste difficoltà possono accompagnarsi a grandi sofferenze emotive nel bambino e nell’adolescente. Inoltre, considerato l’alto grado di compresenza rilevato tra questi disturbi e la psicopatologia, è importante valutare, caso per caso, l’opportunità di affiancare alla riabilitazione neuropsicologica/logopedica del bambino, un percorso di sostegno psicologico.
Anche in questi casi, il sostegno psicologico si propone come uno spazio di accoglienza in cui il terapeuta lavora sulla comprensione e definizione del problema che crea disagio, e sostiene il bambino/ragazzo nella ricerca di strategie più idonee per affrontare il cambiamento, la crescita e la realizzazione personale.
La consulenza psicologica può essere indicata anche quando si vuole richiedere una valutazione psicodiagnostica, in quei casi in cui si sospetta un ritardo dello sviluppo di un bambino, o una difficoltà cognitiva o una difficoltà emotiva o un disturbo dell’apprendimento. Il tipo di tecniche e strumenti usati variano di volta in volta, in base al contesto e allo scopo della valutazione, all’età e al tipo di eventuali difficoltà delle persone da valutare. Il profilo che ne deriva permetterà di esplicitare il funzionamento cognitivo o di sviluppo emotivo-relazionale della persona e, quindi, di indicare possibili strategie nei confronti del disagio o disturbo rilevato.
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