Da un punto di vista strettamente fisiologico, la voce può essere definita come il suono prodotto dalla vibrazione delle corde vocali – frequenza fondamentale – successivamente amplificata dalle cavità di risonanza, principalmente faringe e cavità orale (armoniche di risonanza). Di fatto, nell’attimo in cui si inizia a parlare, le corde vocali si avvicinano l’una all’altra (adduzione cordale), il flusso aereo espiratorio, per l’ostacolo provocato dalla adduzione cordale, aumenta di pressione ed attraversando le corde chiuse provoca la vibrazione della mucosa che le riveste. E’ importante sottolineare come la vibrazione non sia un fenomeno muscolare, ma della mucosa.
Qualsiasi alterazione della mucosa cordale, anche una banale infiammazione catarrale, determina quindi una irregolarità della vibrazione e la voce risulta più o meno gravemente alterata (disfonia) per l’aggiunta di componenti di “rumore”. Peraltro la muscolatura partecipa comunque attivamente alla produzione vocale, sia avvicinando le corde vocali l’una all’altra, sia regolando la lunghezza della corda vocale, consentendo così la emissione di suoni con caratteristiche frequenziali diverse: la contrazione del muscolo vocale (muscolo tiro-aritenoideo) favorisce la produzione di tonalità gravi mentre la contrazione del muscolo crico-tiroideo, inclinando leggermente in avanti la cartilagine tiroidea e quindi estendendo la corda vocale, provoca sonorizzazioni più acute. Di fatto, sia nel parlato che nel cantato, avvengono continue variazioni frequenziali, grazie al gioco di questi due muscoli antagonisti.
Assolutamente no, se consideriamo la voce non come un fenomeno fisico, ma come una vibrazione che dal nostro corpo si diffonde ricca di emozioni a caratterizzare sentimenti … Questi aspetti sfuggono davvero ad ogni definizione! In base a quali parametri percepiamo la voce del nostro interlocutore come gradevole, come adeguata alla sua fisicità? Quali elementi rendono la voce il secondo volto di ogni persona e ci dicono tanto della loro personalità, del loro stato d’animo? La voce è essa stessa portatrice di significati, basterebbe un gioco di suoni privo di parole ad esprimere sensazioni a comunicarci uno stato d’animo , un’intenzione emotiva. Queste abilità espressive, trovano nella voce artistica la loro massima realizzazione: in una canzone ci fanno commuovere, in una interpretazione attoriale veicolano il vissuto del personaggio e ne connotano le peculiarità psicologiche, così come accade anche per il doppiaggio in cui ci si affida all’abilità vocale del doppiatore per realizzare un tutt’uno armonico tra attore, voce e identità del personaggio.
Un primo fattore importante è rappresentato dallo sforzo vocale che mette in tensione tutta la muscolatura dell’apparato fonatorio, particolarmente la muscolatura intrinseca ed estrinseca della laringe. Lo sforzo vocale può essere legato ad un uso troppo prolungato della voce, come può avvenire quando si esercitino professioni che ne richiedono un impiego continuo (ad es. insegnanti, istruttori di discipline sportive, ecc.) oppure ad un utilizzo improprio della voce, ad esempio per una non corretta coordinazione tra gli organi pneumo-fono-articolatori. Le condizioni più frequenti sono rappresentate dall’uso di tecniche respiratorie scorrette, di attacchi vocali duri, di una inadeguata risonanza orofaringea.
La visita foniatrica è fondamentale per valutare le modalità di produzione vocale e l’atteggiamento muscolare della laringe, ambedue alla base delle patologie funzionali della voce, ed eventualmente orientare verso la presa in carico logopedica per la risoluzione della patologia. Ovviamente la valutazione laringoscopica consentirà di valutare anche se gli aspetti disfunzionali sono aggravati da infiammazioni della laringe, dovute ad agenti esogeni (ad es. il fumo di sigaretta) od endogeni (reflusso esofageo, flogosi allergiche) ed indirizzare al trattamento medico più opportuno.
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